“Non io le membra de’ caduti in guerra / a’ piè nemici ed agli estivi ardori / empio esporrò, ma la dolente terra / ricoprirò di fiori”
(Poesia di Tommaseo A Pio IX – 1872 ).
di Maria Teresa De Nittis
Per mantenere viva la memoria e per dare dignità e considerazione pubblica ai caduti causati dai conflitti mondiali furono eretti: il Monumento in bronzo al confinato politico ;la stele romana in pietra marmorea ai caduti con i nomi locali della Ia e IIa guerra mondiale e la scultura per i 300 libici deceduti alle Tremiti
Sul primo terrazzamento dell’isola di San Nicola, si nota il Monumento in bronzo dello scultore napoletano Antonello Fienga, su iniziativa dell’A.N.P.P.I.A Provinciale di Terni, con il contributo della Regione dell’Umbria, della Provincia di Terni, dei Comuni di Terni, Orvieto, Narni, Amelia, Sangemini. Il monumento fu inaugurto il 25 maggio 1980, ricorda i confinati politici relegati sull’isola dal fascismo.
Attraverso l’antico primo portale d’ingresso alla badia, proseguendo dal Chiostro piccolo verso Est, si giunge al “Chiostro nuovo”; in quest’area, dove una balconata volge a picco sul mare, guardando verso la punta N.E. di S. Domino, il Cretaccio , la Vecchia e l’isola di Caprara, fu collocata dal Comune delle Isole Tremiti una stele romana semplice in pietra marmorea ( P. Cafaro) ai caduti con i nomi dei soldati locali. Nel 1915 – 1918 i tremitesi caduti furono, i soldati: Audiberti Pietro, Cafiero Umberto, Cilfone Emilio, De Luca Angelo e il marinaio De Martino Umberto. Nel 1940 – 1943 morirono per la Patria il sottoc. Carducci Gennaro, il cann. Fentini Emilio e il marinaio Pallesca Pietro.
Durante la conquista della Libia, nel 1911, vennero attuate deportazioni di massa verso la Penisola di migliaia di libici che furono relegati principalmente nelle isole di Favignana, Gaeta, Ustica e nelle Tremiti. Al di fuori delle mura del piccolo cimitero storico delle Isole, situato all’estremo Nord di San Nicola, fu costruito il memoriale per i 300 libici deceduti alle Tremiti. La struttura architettonica, simboleggia non solo la differenza religiosa, ma vuol essere un monito per tutte le miserie e le vittime causate dalla guerra e un invito alla pace.