Gestione documentale delle cartoline storiche. Prigioni,cameroni,locali di tortura: le desolanti costruzioni della colonia coatti di San Nicola  – Sezione I, parte 4

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di Maria Teresa De Nittis

All’inizio del secolo scorso, S. Nicola contava circa 200 abitanti stabili, per lo più pescatori o piccoli commercianti. Il resto della popolazione era costituito dalla colonia di coatti, che vivevano nell’ignavia completa: di notte raccolti in vasti capannoni , ozianti  in giro per l’isola di giorno.

Le cartoline, della prima sezione del catalogo di Maria Teresa De Nittis, LA MEMORIA DELLO SGUARDO-Il paesaggio delle Isole Tremiti,un mare di cartoline-L’archivio fotografico di Marco Ferrara, Edizioni thyrus,2012 – illustrano S. Nicola di Tremiti,e  coprono uno spazio temporale che va dai primi del 900 al 1960, ma per i loro stessi canoni, esse tendono ad essere, in alcuni casi, ripetitive.

 Sostanzialmente sono tre le tipologie che possiamo rilevare: la rada o canale tra le isole vista da

 S. Nicola con lo scorcio di S. Domino, le fortificazioni, l’abitato  (i casermoni della colonia dei coatti) visto dal castello, la facciata della chiesa di S. Maria.

 Di ogni cartolina esistono numerose varianti: generalmente (escluse quelle degli anni’50, che sono “vere  fotografie”) esse sono stampate in calcografia ed hanno una notevole ricchezza di dettagli. Alcune sono calcografie colorate a mano. Per voler privilegiare il contenuto con il maggior numero d’informazioni e per  ragioni di impaginazione non è stato possibile mantenere il formato originale di tutte le cartoline.

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Galleria fotografica:

Img. 23 – 24( retro) : Isole Tremiti – Piazzale della Colonia e Porta principale.

Viaggiata da S. Nicola (Tremiti) a Brindisi –  ( francobollo da 5 cent.,Regno d’Italia, Vittorio Emanuele III)

Davanti: marchio tipografico : Alterocca sopra – numero al centro e Terni Italie sotto usato dalla prestigiosa tipografia dal 1908 – 1910 ;Sul lato destro: Prop. Ris. V. Avola – Istantanea di P. Pischedda.

Si rilevano i bassi fabbricati della Colonia coatta istituita da Ferdinando IV il 13 giugno 1792, soppressa nel 1809 da Gioacchino Murat e ripristinata nel 1842 da Ferdinando II di Borbone, *successivamente decaduta nel luglio del 1861 con l’Unità d’Italia.Il destino storico delle Tremiti, paradossalmente era di carcere sul mare, nel novembre del 1926, difatti, fu istituito il confino di polizia che durò fino alla caduta del regime fascista. La cartolina scritta da Donato Sinisi è indirizzata alla R. Sottoprefettura Ufficio Amministrativo Brindisi.

*…”Il 19 settembre 1844 il Re Ferdinando II sbarcò sull’isola per ammirare l’opera da lui iniziata; visitò prima di tutto la chiesa ed assistè devotamente ad un Te Deum, ricevè con manifesto disprezzo i reclami di alcuni relegati e ripartì dopo poche ore sul piroscafo che l’aveva colà trasportato. Le cose della nuova colonia procedevano assai male, i reati di sangue, i furti, il gioco d’azzardo, la camorra, gli atti di libidine contro natura succedendosi tutti i giorni con continua progressione. I coloni abbrutiti, oziosi, ignudi, pieni di debiti, sprovveduti di tutto, erano caduti in piena balia dei camorristi, i quali avevano persino utilizzati e venduti per conto proprio gli oggetti letterecci distribuiti dal governo. Il Ministero non sapendo come meglio rimediare a tanti disordini, pensò di porre a capo delle isole un Ufficiale superioredell’esercito col titolo di Governatore civile e militare. Il colonnello Pietro Somma fu prescelto al penoso ed arduo incarico e venuto nell’isola proclamò lo stato d’assedio ed adottò una quantità di prescrizioni dirette a ristabilire l’ordine pubblico ed a migliorare l’infelicissima condizione dei coloni.Rimedio da lui meglio di ogni altro riputato efficace e più frequentemente usato fu quello del bastone. Ogni mattina il cavalletto veniva alzato nel campo della colonia e le legnate somministrate senza pietà persino alle donne. I risultati, com’era naturale, non rispondevano sempre alla durezza del castigo, ed è cosa ancora colà nota e risaputa che nello stesso momento in cui, per punire i giuocatori ed intimidirli, cadeva il bastone sulle carni dei colpevoli, alcuni coloni a pochi passi di distanza del cavalletto ardivano di giuocare a zecchinetto. Costituitasi l’Italia una e indipendente, nel 1862 il comando delle isole Tremiti passò alla dipendenza del Ministero dell’interno, il quale nel 1863 diede al Direttoredella colonia le funzioni di sindaco, di delegato di pubblica Sicurezza e di Pretore. Venendo coadiuvato da un contabile e da due impiegati del ruolo dell’amministrazione carceraria, da un presidio di sette carabinieri, comandati da un maresciallo, e da un presidio di quaranta soldati di fanteria, sotto gli ordini di due ufficiali, d’un tenente e d’un medico militare, che funziona anche da farmacista. La parrocchia di Tremiti, detta S. Maria a mare, di regio patronato, dipende dalla Diocesi di Larino, in provincia di Campobasso, ed è ufficiata da un parroco e da un economo curato, quello nominato dal Re, questo del Ministero di Grazia e Giustizia. Il parroco percepisce sul bilancio del fondo del culto un assegno di congrua e spese di culto; è inoltre cappellano e maestro di scuola della colonia penale, e gode un altro assegno sul bilancio dell’amministrazione delle carceri. L’economo curato coadiuva il parroco nell’esercizio delle pratiche religiose ed è anch’egli provveduto di un annuo assegno sul fondo del culto. La parrocchia non ha rendite né proventi e si mantiene sugli assegni governativi. Il personale religioso ha ben poco da fare e da operare nell’isola, perché tanto gli indigeni, quanto i relegati, tutti profondamente pervertiti ed increduli, non si accostano mai ai Sacramenti ed alle funzioni ecclesiastiche…” ( Vincenzo Malice, Cronaca e considerazioni intorno alle Isole o Gruppo di Tremiti, San Severo,1889, pp.26-28).

Img. 25- 26( retro): Isole Tremiti – Colonia Coatti.

Rara cartolina illustrata – viaggiata da S. Nicola, Isole Tremiti a S .Marco in Lamis (Foggia)

indirizzata al Reverendo Padre Ferdinando Cappuccino, San Marco in Lamis

datata :Tremiti 7 – 8 – ‘925 ; davanti, nell’angolo a destra, il marchio rotondo di Alterocca.

La cartolina raffigura le desolanti costruzioni della Colonia Coatti  a S. Nicola. Sull’angolo destro

è visibile il marchio tipografico di Virgilio Alterocca (Terni) . In vericale, a destra le firme autografe delle scriventi Sorelle.

Si riporta la trascrizione del testo che documenta il “viaggio forzato” in nave per Tremiti delle “sfortunate” religiose che in realtà erano destinate a sbarcare sul Gargano: “ Caro fratello non c’è maggior sventura che ricordargli del tempo felice nella miseria e miserabili siamo noi che siamo piombate a Tremiti… che dirvi. A Manfredonia il mare sembrava una tavola, verso le 10 e mezzo un ventaccio che ha agitato il mare di un modo tale da non poter scendere né a S. Menaio, né a Rodi, quindi, forza maggiore siamo rimasti nel piroscafo che si è fermato a Tremiti.

Per passare un po’ di tempo siamo scesi un po’ per non vedere altro che il corpo di S. Tobia e la Grande Basilica di S. Maria. Il resto te lo diremo a voce perché adesso stanche e avvilite…

Saluti cordiali ai vostri e baciandovi la sacra destra, ricordandovi sempre

 affm. Sorelle R.Giuseppina, suor Camilla”.

Img.27- 28 (retro) : S. Nicola di Tremiti – Piazza della Rivoluzione e panorama di S. Domino.

Fot. Giuseppe Cacchione –  propr. ris. Luigi Santoro – b/n color. a mano – Viaggiata da S. Nicola – Tremiti a Roma – data1933.

La cartolinaevidenzia una parte delle mura di cinta, un’ abitazione della colonia penale e alcuni detenuti seduti in prossimità di “Piazza della Rivoluzione”; si nota lo scoglio del Cretaccio e l’isola più grande, S. Domino che appare disabitata, ricoperta per buona parte da un bosco di pini d’Aleppo;  una costruzione è visibile a ridosso della Cala delle Arene , due a Tramontana

( attualmente corrispondono alla stalla diroccata dei Sciusco fu Giuliano e alla casa colonica

De Nittis); una sola  strada (costruita nel 1886) che partendo dallo sbarcatoio prosegue a Tramontana e continua in salita fino alla Spianata di San Domino . Non si notano ancora i tralicci e i fili aerei dell’impianto termico  a collegamento tra le isole (l’inaugurazione della luce elettrica avrà luogo nel 1938). Anche i canali e le coste, completamente deserti, non rivelano elementi o segni di attività marittima. Spiccano a nord, i maestosi “Pagliai” sovrastati dallo strapiombo di Punta del Diamante. La cartolina è indirizzata al “Grande Ufficiale Sig. Alfredo Franceschelli”, Ispettore Superiore del Ministero dell’Interno, primo Commissario che ebbe l’incarico dal Governo, di costituire il Comune di Tremiti. Rimase in carica per tutto il 1932. Il Commissario Franceschelli, nutriva un’autentica passione per le isole Tremiti; iniziò, perciò, un’opera di promozione per lo  sviluppo del commercio locale e un piano di ampliamento edilizio. Tuttavia, il primo sindaco delle Tremiti fu eletto dopo quattordici lunghi anni. Nel frattempo si avvicendarono tante altre Amministrazioni Commissariali e Podestariali.

Img. 29- S. Nicola di Tremiti – Via Firenze e panorama di S. Domino.

Fot. Giuseppe Cacchione – prop. Ris. Luigi Santoro-Viaggiata – Foggia Ferrovia a Roma- data 18-9/33 – annullo postale: Mostra Rivoluzione F… Roma – b/n  color. a mano.

Dopo il primo conflitto mondiale, nel 1926, con l’avvento del fascismo, fu abolito alle Tremiti il domicilio coatto e istituito il confino politico. Ai confinati fu concessa la facoltà di lavorare, di essere impiegati nelle attività agricole e artigianali, contribuendo, in tal modo, con i cittadini liberi al miglioramento delle condizioni economiche dell’isola. In questa foto,  le isole Tremiti sono già un Comune autonomo con una vita amministrativa propria ( R.D. Legge n.35 del 21 gennaio 1932).

A sinistra e a destra, si notano lunghi cameroni in muratura, adibiti per alloggio dai confinati, alcuni di essi sono stati ripresi mentre camminano frettolosamente tra il caseggiato o radunati in piccoli gruppi. La cartolina è indirizzata all’Uff. Commissario Alfredo Franceschelli

Img. 30 –  Isole Tremiti – S. Domino – Panorama.

Rotostampa – Terni – 1950 colorata a mano.

Lo sperone della cinta di S. Nicola detto “Il Cannone” e l’abitato visto dall’alto; sullo sfondo

S. Domino adagiata nell’azzurro del mare con le sua degradante pineta e le sue cale.

Img. 31 – Isole Tremiti – S.Domino da S. Nicola.

Fototipia Berretta s.a. – Terni –  1950 -Ed. U. Avola.

Img.32 – Isole Tremiti – S. Domino da S. Nicola.

Poligrafica Sammarinese – 1950 – Ed. U. Avola – viaggiata da Tremiti a Teramo- data 26 – 8 – 58

La scrivente dice che “ [le Tremiti] Sono splendide. Vale la pena visitarle. Perché non vieni? T’invito. Da questo posto incantevole tanti saluti, estendili anche alla tua mamma”.

 Img. 33 – 34 – Isole Tremiti – Torrione.                                            

Cartolina Postale.

Istantanea di E. Franchi – Editore G. Masciangelo – stab. Forzano – Borgo S. Lorenzo, 1905 –

Viaggiata.

Con  i saluti alla mamma, R. Stipa , indica sulla cartolina postale, con precisione, i locali principali del carcere di Tremiti: 1) Posta torrione – 2) Castello – 3) Chiesa principale e caserma CanalReali – 4) Celle per punizione coatti. Ricevi un forto abbraccio dal tuo figlio.

La corrispondenza di confinati e dei loro familiari, confluì tutta, in sede ministeriale, nei rispettivi fascicoli personali che rappresentano oggi una triste antologia di sofferenza, di miserie da cui emerge la dolorosa lotta per l’esistenza di mogli e figli rimasti senza il sostegno del capofamiglia, relegato in un’isola nella sua drammatica solitudine.