I marchi tipografici degli Editori di cartoline alle Tremiti nel xx° secolo e rivenditori storici di generi vari e tabacchi a S.Nicola.

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di Maria Teresa De Nittis

Con il primo conflitto mondiale viene a frenarsi il momento di espansione dell’attività postale.

Nel primo dopoguerra si sviluppa la cartolina fotografica. Ma la vera fortuna della fotografia cresce con l’industrializzazione: Essa è figlia dei processi meccanici, primo fra tutti l’organizzazione postale con nuovi mezzi di trasporto, poi ovviamente la lavorazione con innovativi sistemi di riproduzione e di stampa. Solo alcuni editori, però sperimentarono le nuove soluzioni grafiche e tecniche di riproduzione. Con il fascismo,la cartolina illustrata viene destinata ad altro genere di messaggi e usata dalla propaganda politica. Dopo il secondo conflitto mondiale, l’educazione nazionale diventa una questione aperta e la fotografia sa cogliere questo bisogno di verità perché va a denunciare situazioni che nessuno pensava potessero esistere. La fotografia diventa alleata dei giornalisti e una nuova e promettente carriera è quella del fotogiornalista. La cartolina contemporaneamente acquisisce vantaggi nella documentazione di ambiente urbano, di paesaggi, bellezze naturalistiche, monumenti e opere d’arte in genere. Sarà proprio la cartolina fotografica ad incarnare all’inizio del secolo scorso lo spirito innovativo che si andava manifestando nel gusto,nell’arte, negli stili, nella moda e nel costume in genere. E non è un caso che la fotografia su cartolina appaia prima nelle nascenti località balneari per riprodurvi grandi alberghi e spiagge affollate di belle ragazze in costume. Enrico Sturani, le analizza come fonte- documentaria indiretta perché le immagini consentono di penetrare nel pensiero collettivo e di costruire la storia, segni indiretti non solo di un singolo autore, ma di un ambiente. La cartolina si acquista, nel secondo caso, per spedirla a qualcuno, e allora si trasforma nel più semplice e potente dei micro-audiovisivi-combinazione di parola/immagine- sostituita oggi dagli mms. Perché a ciscuno di questi messaggi, d’affetto o d’odio che sia, si può rispondere con un altro. La cartolina  ci fornisce davvero tante informazioni di natura diversa. C’è un destinatario ( di un’altra città o Paese), un francobollo, che racconta con l’immagine un’epoca e un momento preciso della storia del Paese, ed un timbro che indica il luogo di partenza con la data e l’ora. Quasi sempre poi appare il nome dello stampatore, a volte da un numero che indica una serie di “quel soggetto”. E infine i messaggi e le firme: calligrafie eleganti oppure scritture e ortografie incerte, poi il nome che in qualche modo sottolinea lo scorrere del tempo. Si firmeranno: Eugenio, Giuliva, Colomba, Guerrino, poi Edda, Benito, Balilla, fino a scomparire, aumenteranno gli Andrea, Lorenzo, Francesca, Jessica e Samantha…

 I collezionisti di cartoline postali distinguono alcuni generi fondamentali della fotoincisione: la cromolitografia; la fotocollotipia; la “vera fotografia” ecc. Queste distinzioni possono avere qualche interesse da un punto di vista tecnico, ma non hanno importanza sull’apprezzamento estetico, storico, di rarità: così come non avrebbe importanza discutere la trama della tela su cui è dipinto un quadro. Le cartoline sul cui rovescio si legge “vera fotografia” il più delle volte non lo sono affatto, se s’intende la fotografia all’argento. Nei rari casi in cui la stampa della cartolina sia realmente eseguita su carta sensibile all’argento (quando cioè si tratta di “vera-vera fotografia”…) gli svantaggi sono notevoli: il segno e i colori registrati nell’emulsione all’argento, sono infinitamente meno stabili dei buoni inchiostri tipografici.

Tremiti è stata fotografata per largo e per lungo per la bellezza dei suoi canali, la limpidezza delle sue acque per l’eccezionalità delle sue cale, ma soprattutto per tutto ciò che di monumentale rappresenta l’isola Madre, San Nicola e le sue costruzioni. L’isola così isolava e così isolata venne usata per isolare tanta umanità con differenti motivi. Le cartoline raccontano anche perché spesso le belle vedute riportavano le torri, le case usate per la detenzione. Alcuni deportati si limitavano ad enumerare con semplici numeri arabi o romani le costruzioni servite da luoghi di detenzione. Anche i francobolli sono interessanti. Nel periodo regio i Re piemontesi appaiono con i loro profili, volti che spesso venivano conosciuti dal popolo proprio attraverso i francobolli, così come la monetazione fin dai primordi ha rappresentato l’unico modo efficace di far conoscere a tutti l’effige di colui che comandava. Solo dopo il secondo conflitto mondiale i francobolli si sono affrancati dai volti noti o meno noti del potere, hanno cominciato a raccontare un’altra Italia, quella repubblicana, quella dei monumenti, delle cattedrali, delle piazze, delle valli, dei monti, quella dei paesaggi, dei panorami. Tutto questo è successo alle Tremiti che così ha avuto modo di affrancarsi dal mondo dei confinati e dei relegati per mostrare la sua più antica storia e le bellezze dei paesaggi tra il mare ed il verde della sua meravigliosa pineta.

EDITORI DI CARTOLINE: un esempio ternano:Virgilio Alterocca

Dobbiamo ringraziare i Circoli Filatelici, Numismatici e Cartofili se la cartolina ha riacquistato nuova vita, sia da un punto di vista storico, sia come oggetto di studio grafico e tematico o come semplice oggetto da collezionare. Le date, relative alla nascita della cartolina illustrata, si rivelano interessanti soprattutto se riferite ai tipografi-editori di cartoline del territorio nazionale e in particolare della città di Terni, Tipografia Cooperativa Terni, Ettore Berretta e Angeli (nel primo dopoguerra), Rotostampa e Fotorapida. Una testimonianza irripetibile nell’arte grafica nazionale è rappresentata dall’editore Virgilio Alterocca, dal suo stabilimento (fondato nel 1887) che diventerà, anni più tardi, il primo in Italia a stampare e diffondere cartoline illustrate. Alterocca seppe miscelare arte, tecnica e commercio e fu in grado di arricchire culturalmente anche e soprattutto i ceti popolari.

Lo stesso Alterocca ne : “Il Bollettino Industriale”,Terni, Premiato Stabilimento Alterocca,

a.IX , n. 1 (gennaio 1901) rende noto l’apprezzamento del suo patrimonio fotografico .

Si citano i tipografi: Lepore di Termoli, la Ditta Fede di Bergamo, le Edizioni Simone di Bari; la Tipografia San Michele di Monte Sant’Angelo e la S.A. Poligrafica Sammarinese.

Le prime cartoline illustrate 1898-1899 (marchio Alterocca Terni); dal 1908-1910, marchio rotondo: Alterocca sopra ,n al centro e Terni Italie sotto.

Negli anni ’70 Fototipia Berretta e Angeli,dal primo dopoguerra agli anni 70 circa.

Plurigraf Terni(attiva dal 1970 ca),marchio rotondo:Plurigraf sopra e Terni sotto.

Fotorapidacolor Terni,marchio rotondo:Fotorapidacolor sopra e Terni sotto.Al centro il contafili (Strumento ottico simile a una lente di ingrandimento,ideato per contare i fili di un tessuto in una piccola superficie.E’ spsso utilizzato in filatelia e tipografia.

Rivenditori storici di cartoline alle Isole Tremiti:

UMBERTO AVOLA (Monopolio di Stato-Tabacchi e generi vari – S.Nicola)

ESTER e ADELE CAFIERO (generi vari – S. Nicola)

SANTORO AMELIA fu LUIGI (Bar – S.Nicola)

GIOVANNI LISCI (Ristorante Bel mare – S. Domino)

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Galleria fotografica:

1-2- dal Volume: “La Memoria dello sguardo”

3- Bollettino Industriale(gennaio),Premiato Stabilimento Alterocca,Terni 1901. CAOS-Pinacoteca comunale Terni,fondo Luigi Lanzi,scatola 12,fsc.12,quotidiani. In deposito presso l’Archivio di Stato di Terni.

4-5-Appendice pubblicitaria al supplemento “La voce turistica d’Italia”,numero unico delle bellezze panoramiche italiane,Stabilimento Alterocca,Terni 1955,251 p.( collezione M.T.De Nittis).

6-11- Esempi di Editori e marchi tipografici: Alterocca, Berretta,Fotorapida Terni, Poligrafica Sammarinese.