TOBIAE COMENSIS QUEM POPULORUM VOX UBIQUE PRAEDICAT BEATUM, CORPUS HIC QUIESCIT.

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1947

a cura di Maria Teresa De Nittis

Le reliquie traslate del Beato Tobia da Como da Sant’Agata in Santa Maria di Tremiti e il declino delle due abbazie.

L’Abbazia di Sant’Agata martire sorge su antichi resti romani al margine nord-est del territorio di Serracapriola. L’area si trova a breve distanza dal mare e dal corso del fiume Fortore.  I primi riferimenti storici dell’Abbazia sono datati 1328 e ne contestualizzano la nascita in relazione all’operato dei Cistercensi di Casanova. L’Abbazia è stata sotto il controllo dell’Abbazia di Tremiti per molti secoli. Infatti per Tremiti, l’Abbazia di Sant’Agata  aveva un ruolo strategico di grande importanza:  affacciata sul mare e in comunicazione visiva con le isole, non distante dal corso del fiume Fortore, storicamente navigabile per piccole imbarcazioni e dotata di un “non incomodo porto”. L’Abbazia di Sant’Agata garantiva la continuità del flusso di viandanti, di pellegrini, mercanti e faccendieri diretti alle isole. Tale era il flusso che nel 1575 si progettò l’allargamento della Santa Agata – Porto del Fortore. Dopo il XV secolo, i Canonici si dedicarono all’espansione delle colture agricole (frumento e vigneto) e della pratica zootecnica a scapito dei preesistenti boschi. La produzione eccedente veniva concentrati a Tremiti per poi essere commercializzata. Prevaleva l’allevamento ovino, seguito da quello di bufali, maiali, giumente. Per affrontare le diverse incombenze nell’area sorgeva  oltre la chiesa, una grande masseria e molte case per i massari e i lavoranti. L’intera struttura assunse un aspetto poderoso grazie alla cinta di robuste mura.Nell’ Agosto 1567 uno sciame di galee turche attraccò alla foce del fortore.  Le milizie ottomane raggiunsero il centro fortificato di Sant’Agata, saccheggiandola e dandola alle fiamme.
All’attacco dei turchi segue un lungo periodo di oblio dell’Abbazia. Questa progressivamente perde le sue caratteristiche di centro di produzione agricola e il limitato numero di abitanti non supporto neanche  la funzione religiosa. A testimonianza del declino progressivo dell’area e della chiesa, resta il trasferimento avvenuto in quegli anni del corpo del beato Tobia da Como, un tempo lì conservato. Le reliquie vennero traslate da Sant’Agata in Santa Maria di Tremiti, dove sono ancora oggi. Al declino di Sant’Agata, si associa segue quello progressivo dell’Abbazia di Tremiti, da cui quest’ultima dipendeva. Nel 1782 anche questa viene soppressa.
La contrada Sant’Agata è stata invece abitata nei secoli successivi da feudatari e agricoltori. Ancora fino agli anni cinquanta tra i suoi abitanti figurano Camillo de Luca e famiglia, fattore delle tenute e persona di fiducia del principe Saluzzi di Napoli, cugino del Re di casa Savoia, una maestra elementare, due guardiani e pastori. Dell’abbazia di Sant’Agata, oggi rimangono le mura, i cortili, la statua di cartapesta che si venerava nella chiesa omonima e un quadro a olio su tela, deteriorato, raffigurante il martirio subito dalla santa siciliana. Ma questi muri conservano tutto il fascino della storia che li ha attraversati.

Le reliquie del Beato Tobia da Como nella Cattedrale di Santa Maria di Tremiti.

In una piccola cappella laterale sul cui arco un tempo era leggibile ”Beato Tobiae Comensi” si trova il reliquiario del Beato Tobia vestito con l’abito bianco benedettino e la berretta in testa di sacerdote. Nell’urna a vetri  sono rimaste le mani ischeletrite, il teschio e qualche osso delle gambe e delle braccia. Una leggenda narra che questo corpo, chiuso in una bara di legno, fu raccolto in mare da un veliero di passaggio per le isole Tremiti, e ivi depositato, probabilmente trasportato da S. Agata. L’urna originale conteneva due pergamene con le seguenti epigrafi:

I.“ Tobiae Comensis quem populorum vox ubique praedicat beatum,corpus hic quiescit quod ex penitus consumpta arca tandem, annuente Vincentio La Rocca Larini Episcopo, in aliam decentoriem a Josepho R. Parocho Petrucci et Toma Burge Cappellano Militare translatum est. Melchiore Schmid tremitarum Arci, et insularum Praefecto, et Josepho Melendez testibus. A.D. 1842 Decimo Secundo Kalendas Julii ”.

Tradotto in italiano: “ Il corpo di Tobia Comense che la voce dei popoli ovunque predica beato, riposa qui, il quale da un’ arca integralmente consunta è stato finalmente traslato in altra più decorosa dal parroco regio Giuseppe Petrucci e dal cappellano militare Tommaso Burge con il consenso del Vescovo di Larino Vincenzo La Rocca. Testi Melchiorre Schmid, prefetto della fortezza e delle isole Tremiti, e Giuseppe Melendez. Anno del Signore 20 giugno 1842 ”

II.” Urnam hanc – Ubi Beati Tobiae Comensis – Corpus quiescit – Tremitenses insulani – A maris pericoli liberati – Noviter aedificavere – approbante libenter – Francisco Gianpaolo – Episcopo Larinensi – Et opus favente- Parrocho regio – Vincentio Puchetti – Quinto Kalendas februari – MDCCCLXXXVI”.

Tradotto in italiano: “Gli isolani di Tremiti liberati dai pericoli del mare, quest’urna in cui riposa il corpo del Beato Tobia Comense, di nuovo edificarono, con la compiacente approvazione di Francesco Giampaolo, Vescovo di Larino e favorendo l’opera il parroco regio Vincenzo Puchetti- 28 gennaio 1886”.

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Didascalie

1-I relitti murari della poderosa abbazia di Sant’Agata Martire di Serracapriola

2-Arcimonumentale Chiesa di S. Maria a Mare (ft. Agosto 2020)

3- 4 – Cappelle laterali di S. Maria a Mare (ft. Agosto 2020)

5 – Cappella laterale di S. Maria a Mare  dove si conservano le reliquie del Beato Tobia(ft. Agosto 2020)

6-7- Reliquie del Beato Tobia(ft. Agosto 2020)

8- Didascalia sull’urna del Beato Tobia da Como del Parroco Carmine Rinaldi.