Le radici nel mare

0
3055

La memoria condivisa

Le “Radici nel maredi Lucia Capitelli è un segmento di storia della comunità delle Isole Tremiti, dai tempi difficili del fascismo alla nascita del turismo. Una saga familiare, che descrive con precisione essenziale le vicende delle due famiglie tremitesi: Capitelli e De Luca. La cronologia di Lucia, inizia dalla nascita della zia Anna, nel 1929 e del papà Vittorio nel 1931 e continua svelando le ragioni dell’esodo familiare dalle natie isole a Pavia, in un periodo compreso tra il 1946 e il 1955, anno di nascita di Lucia a San Domino. Il problema dell’emigrazione, è un problema italiano e soprattutto del Mezzogiorno, un Paese distrutto dalla guerra: si va via dal sud per mancanza di prospettive, per l’ opportunità di trovare lavoro, all’estero o nelle grandi e medie città del nord. Le Famiglie di Lucia si separano, alcuni componenti si ritrovano per ricongiungersi, e stabilirsi definitivamente nella città lombarda di Pavia, altri nel Centro-Italia. I nonni paterni, Nicola e Lucia, gli zii e i cugini, non lasceranno mai le isole Tremiti, troveranno nel nascente turismo occasione di lavoro e vantaggio economico. Per Lucia bambina, adolescente e adulta, saranno loro i custodi delle “Radici nel mare”, del tempo, dei valori familiari, pronti ad accoglierla ogniqualvolta farà ritorno negli amati luoghi natii. La testimonianza delle vicende di queste due famiglie tremitesi, è una memoria condivisa da tante altre famiglie che, nella piccola comunità isolana hanno vissuto anni difficili, tra due guerre mondiali, e di convivenza con i relegati dei regimi. La memoria familiare “nel cassetto” di Lucia è documentata da alcune preziosissime fotografie che contribuiscono a creare una memoria collettiva della società tremitese tra il XVIII e il XIX secolo fino ai nostri giorni.

Redazione Tremiti Genius Loci

Le radici nel mare

Le Famiglie Capitelli e De Luca

di Lucia Capitelli

Mi chiamo Lucia Capitelli, sono nata alle Isole Tremiti, ma vivo a Pavia dalla primissima infanzia, città nella quale nel 1959 è nato mio fratello Nicola. Siamo i figli di Vittorio e di Giuseppina (Pina) De Luca, il nonno paterno Nicola era figlio di Vittorio e di Anna Pezzella, entrambi, pare, di origini abruzzesi. Il mio bisnonno, faceva il calzolaio di professione,  in un negozio di sua proprietà;  la bisnonna si occupava della famiglia. I genitori della nonna paterna Lucia, Enrico Greco e Maria Luisa Pallesca, erano fanalisti e hanno itinerato con la famiglia in vari fari della zona e anche in Jugoslavia.

Nonno Nicola e nonna Lucia hanno avuto quattro figli: Anna del 1929 e Vittorio, mio padre, del 1931, una pausa di dodici anni e l’arrivo di Enrico, conosciuto da tutti sull’isola con il secondo nome di Salvatore, nato nel 1943, e Maria del 1945.

Nonno Nicola, si dedicava occasionalmente alla pesca, principalmente  lavorava come agricoltore esperto nei vigneti di San Domino, alle dipendenze del cognato Vincenzo Carducci.

Il nonno materno Nicola De Luca, era figlio di Ernesto, tremitese, e di Barbara Bevilacqua di Rodi Garganico. In giovane età si era dedicato al commercio, collaborando con il padre che, gestiva una bottega di generi vari e panificava. Durante i suoi traffici commerciali aveva conosciuto e poi sposato mia nonna Antonietta Vescia di Rodi Garganico. La coppia dopo il matrimonio si stabilì alle Tremiti ma la morte prematura per polmonite del padre Ernesto, che lasciava una famiglia numerosa, di cui mio nonno era il primogenito, e l’avvento della guerra, costrinsero Nicola a fronteggiare una situazione economica disastrosa, fu così che diventò pescatore. Nonostante le innumerevoli difficoltà, nonna Antonietta aveva un ricordo bellissimo del periodo vissuto alle Tremiti, nelle narrazioni di cui spesso, mi faceva dono, durante la sua lunga vita,  ricordava una comunità solidale che, condivideva amicizia, povertà e una vita sostanzialmente serena. Le sue parole alla fine dei racconti: “eravamo poveri ma felici”.

Nonno Nicola e nonna Antonietta avevano avuto tre figlie: mia madre nata nel 1935, Barbara del 1936 e Ernestina del 1943. Nella famiglia le difficoltà economiche risentivano della mancanza di un figlio maschio; quando ebbe l’opportunità di emigrare per poter avere un lavoro più sicuro e redditizio, il nonno lasciò a malincuore la sua isola e si trasferì a Pavia, inizialmente ospite della sorella Adele. È interessante aprire una parentesi per raccontare come è avvenuto questo “esodo”, determinato dai casi della vita che durante la guerra hanno spesso operato cambiamenti sostanziali nella vita di tante persone.

Durante la seconda guerra mondiale arrivavano alle Tremiti forze militari in sostegno alla popolazione, tra loro Nicolino Amato di origini calabresi e Giovanni Necchi di Zinasco Vecchio, un piccolo paese in provincia di Pavia. Nicolino e Giovanni conobbero rispettivamente Adele e Giannina, sorelle del nonno De Luca, terminata la guerra i due giovani tornarono sull’isola per sposare le ragazze di cui si erano innamorati, così Giannina seguì Giovanni a Zinasco Vecchio e si dedicarono prevalentemente all’agricoltura, in particolare alla coltivazione del tabacco.

Adele seguì Nicolino, che essendo un sottufficiale della Polizia di Stato, cambiava sovente sede di lavoro, alcuni anni dopo a Nicolino venne proposta una destinazione definitiva e Adele, spinta dal desiderio di ricongiungersi alla sorella Giannina, lo convinse a chiedere la sede di Pavia per il trasferimento definitivo della famiglia. Adele essendo in una situazione privilegiata per la posizione  del marito, ospitò presso di sé il fratello Nicola, in difficoltà economiche, e si prodigò per trovargli un lavoro in fabbrica.

Siamo nel 1955, anno della mia nascita, in pieno boom economico. Nonno Nicola trovò presto lavoro, alcuni mesi dopo, nonna Antonietta insieme alle due figlie minori lo raggiunse a Pavia. Mia madre rimase alle Tremiti dove mi diede alla luce il 5 di agosto sull’isola di San Domino. Erano gli anni in cui cominciava ad affacciarsi il turismo e mamma e papà aiutavano i miei nonni paterni che accoglievano i primi turisti nella loro casa. Alla fine dell’ estate, papà si ingegnò in lavori occasionali ma, sollecitato dalle responsabilità della nuova famiglia, decise di chiedere ospitalità ai suoceri per cercare un lavoro stabile che, non tardò ad arrivare. La mamma ed io lo raggiungemmo qualche mese dopo a Pavia, città nella quale abitiamo tuttora che, ha offerto lavoro e tranquillità economica alla mia famiglia e a quella dei nonni materni. Nel frattempo anche la mia bisnonna Barbara insieme ad Alfredo, il più giovane dei suoi figli, si trasferì nella città lombarda, l’unica che restò a Tremiti fu Nunzia, mentre Antonio visse a Roma e Concetta a Terni, il resto della famiglia a Pavia per sempre.

Storia molto diversa ebbe la famiglia di Nicola Capitelli che rimase stabile sull’isola, vivendo in primo luogo del turismo nascente. Il nonno, tuttavia, non abbandonò mai il lavoro agricolo negli annessi terreni all’abitazione di San Domino, coltivati a ortaggi e vite, per la produzione di un modesto quantitativo di vino.

Per me e mio fratello avere la famiglia di mio padre sull’isola è stato un vero dono del destino, questo ci ha dato l’opportunità di coltivare le nostre radici e di alimentare il senso di appartenenza alla terra di origine dei nostri genitori, a loro ha permesso un continuo ritorno nel luogo che nel cuore non hanno mai abbandonato.

Quando terminava la scuola io e Nicola trascorrevamo tutta l’estate dai nonni, mentre i nostri genitori restavano in città a lavorare aspettando le ferie per raggiungerci e poter godere delle persone e dei luoghi a loro tanto cari.

Il ricordo delle estati della mia infanzia è fatto di luce abbagliante che quasi mi feriva gli occhi abituati alle foschie della pianura padana, del suono assordante del frinire delle cicale, dei colori smaglianti delle siepi di gerani che dividevano le case. Ci volevano diversi giorni per abituare il corpo a sensazioni così forti.

I giorni trascorrevano tanto diversi a casa dei nonni, dove tutta la famiglia cooperava per l’accoglienza semplice e un po’ spartana dei turisti con i quali spesso si instauravano rapporti di amicizia. La cucina sapiente e creativa di nonna Lucia era l’elemento fondamentale dell’ospitalità, nonno Nicola caricava con due barilotti il suo fedele asinello Giovanni e faceva la spola tra la “Vasca dei benedettini” e la casa per il rifornimento dell’acqua, che veniva travasata in un grande serbatoio posto in prossimità del tetto, poi c’erano gli zii e le zie: zio Basso e zio Raffaele insieme al fratello Antonio pescavano con le reti e provvedevano al pesce fresco per gli ospiti e per la famiglia, zio Salvatore che praticava la pesca subacquea, procurava le prede più prelibate, a zia Anna e zia Maria competeva il lavoro di servizio dell’attivià.

Noi bambini vivevamo in grande libertà in compagnia dei nostri cugini Tommaso e Maria e dei tanti compagni di giochi. Ricordo inoltre con immensa gratitudine l’ospitalità generosissima di Alba e Mimì De Nittis, che mi accoglievano ospite fisso nella loro casa, dove a volte mi trattenevo per intere settimane, permettendo alla figlia Maria Teresa e a me di condividere quel tempo prezioso e felice su cui si fonda la nostra profonda amicizia.

Il ritorno tutte le estati alle Tremiti ha scandito gli anni della mia adolescenza e dell’età adulta e ancora oggi ho il privilegio di accompagnare i miei genitori nella loro casa di San Domino a trascorrere giorni sereni con le persone a loro care e vivere l’incanto dell’ isola.

Con questo contributo spero di rivolgere un invito a tante famiglie tremitesi che vorranno raccontare la loro storia.

Galleria fotografica: 

1
2
3
4
5
6
7
8
1 2 3 4 5 6 7 8

1 – [1935]  Isole Tremiti, Famiglia Capitelli Nicola e Lucia Greco con la primogenita Anna (1929) e Vittorio (1931).

2 – [1933]  I nonni materni di Lucia: Nicola De Luca, figlio di Ernesto (tremitese) e Antonietta Vescia di Rodi Garganico.

3 – Isole Tremiti, 6 luglio 1954. Vittorio Capitelli in divisa della Marina Italiana e Giuseppina (Pina) De Luca sul Postale “Pellestrina” linea Tremiti – Manfredonia. Foto ricordo di fidanzamento, “Amore baci tua Pina”.

4 – Villaggio rurale di San Domino – Il matrimonio di Vittorio Capitelli con Giuseppina (Pina) De Luca , 12 maggio 1955.

5 – San Domino, Cala Schiavoni, Estate 1964, Lucia Capitelli con il fratellino Nicola.

6 – San Domino, Punta del Diamante, Estate 1970, da destra: Leonarda (Dina) Grifa, Lucia Capitelli e Maria Teresa De Nittis adolescenti.

7 – San Domino, Tramontana, Estate 1972, “Le amiche geniali”: a destra Lucia Capitelli e Maria Teresa De Nittis

8 – San Domino, Belvedere, Estate 2019. Oggi come ieri: Vittorio Capitelli e Giuseppina (Pina) De Luca.

Le foto della Galleria fotografica sono di proprietà di Lucia Capitelli, gentilmente concesse a Tremiti Genius Loci per fini esclusivamente culturali.