Grotticelle e fosse sepolcrali dell’età del bronzo nella necropoli mista di San Nicola

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di Maria Teresa De Nittis

Le Tremiti non hanno restituito testimonianze di età magno-greca ma, che fossero già abitate in epoca romana lo testimonia Strabone e lo confermano i reperti rinvenuti nella cosiddetta “zona archeologica” dell’isola di San Nicola. Anche Tacito riferisce che Augusto vi relegò la nipote Giulia per punirla della sua vita scandalosa.        

Ecco alcune testimonianze preziose della necropoli mista di San Nicola, che riportano la presenza di abitanti vissuti nelle isole tra il V e III secolo a.C.

Superata la “tagliata”, punto tra la fortezza e il pianoro di San Nicola, in cui l’isola si abbassa fortemente e si restringe, come fosse stata tagliata artificialmente, si raggiunge un vasto pianoro, noto come Prato Asinario perché destinato un tempo a pascolo per gli asinelli addetti al trasporto dei materiali per l’abbazia.Quest’area, disabitata, custodisce importanti testimonianze archeologiche che illustrano il passato dell’isola dalla preistoria al medioevo ed è percorribile a piedi seguendo la Strada comunale del Cimitero. A Sud-Est è riconoscibile una cisterna benedettina con copertura spiovente, e sul lato opposto, resti di un edificio rettangolare aperto, realizzato in opus incertum (opus reticulatum). A Nord-Ovest sono visibili i resti di una estesa muratura, nota come “vasca di San Nicola”. Si trattava probabilmente di un bacino per la raccolta delle acque piovane, costruzione riconducibile alla metà del I secolo a.C., in età sillano-augustea.

Procedendo verso l’area della stazione meteorologica della Marina Militare entriamo nell’area della necropoli greca e romana, settore, già interessato da un insediamento protostorico, che ospita 18 tombe a fossa e 2 tombe a grotticella.

 Le tombe a fossa furono ricavate dalla viva roccia e mostrano ancora oggi tracce del lastrone di copertura. Queste tombe erano legate ai canoni funerari dei popoli neolitici; inumazione laterale del defunto con rannicchiamento, infatti le fossa sono strette e corte. Questa necropoli è legata alla cultura e al mito dei coloni greci dell’IX secolo a.C.

 I defunti qui inumati erano rivolti all’est, al sorgere del sole. Di tipo diverso, invece è la sepoltura al centro della necropoli, denominata “Tomba di Diomede”. Si tratta di una tomba a grotticella con una cella semiellittica e il dromos di ingresso oggi quasi completamente interrato, a cui si accedeva mediante un gradino. La tomba a grotticella (detta anche a forno o a catacomba) è un particolare tipo di tomba scavata nella roccia, usata in particolare nell’arco del III millennio a.C.(Età del Rame e del Bronzo). La struttura di una tomba a forno è molto semplice. Il nome stesso ricorda la struttura dei tipici forni siciliani. Similmente infatti, essa presenta una camera sepolcrale a forma di grotticella con un’apertura di esigue dimensioni. La camera sepolcrale può spesso essere preceduta da un’anticamera o anche da un corridoio. A copertura dell’apertura veniva posto un portello monolite spesso scolpito con simboli antropomorfi o simboli spiraliformi. La seconda tomba a grotticella, anch’essa di forma semiellittica ma con copertura a semicalotta, presentava un pozzetto provvisto di gradino di discesa. Questa cavità ipogeica non è decifrabile sconvolta a causa di successivi riempimenti di materiale di varia origine e dall’azione di acque, radici , animali ed uomini. Secondo i racconti degli anziani tremitesi in questa grotticella fu rinvenuta la statua lignea trecentesca della Madonna con Bambino nota come Madonna del Mare e Patrona dell’arcipelago delle Diomedee. Presumibilmente la Madonnina fu nascosta per tenerla al sicuro e salvarla da incursioni vandaliche e bombardamenti. Il racconto dei vecchi pescatori potrebbe essere veritiero se ripercorriamo le vicende storiche che hanno inflitto cicatrici profonde al nostro patrimonio culturale, agli edifici storici e alle opere d’arte. Basta pensare ai danni causati dalle cannonate inglesi sparate contro la chiesa di Santa Maria nel 1807 e contro il distaccamento militare francese del breve regno di Giuseppe Bonaparte, al quale nel 1808 successe Giocchino Murat sul trono di Napoli, di cui sono ancora evidenti i segni sulla facciata: il festone spezzato di destra e una quindicina di colpi sui conci bianchi levigati e su alcuni pinnacoli successivamente restaurati. Lasciamo, quindi dopo questa breve parentesi, la zona della necropoli e prima di entrare nell’area della domus romana( chiamata volgarmente dai nativi “casa del mandriano”), si giunge nel territorio su cui doveva svilupparsi l’abitato di età ellenistica,dai frammenti ceramici e litici rinvenuti sul terreno. La domus in opus incertum di età romana, recentemente restaurata per preservarne il fascino, è situata all’estremo sud dell’isola, sul punto più alto. Doveva avere una superficie complessiva di circa 1300 metri quadrati. Si ipotizza che fosse proprio questa l’ultima dimora ad ospitare Giulia, figlia di Giulia Maggiore e Agrippa,nipote dell’imperatore Augusto.

Bibliografia di riferimento: ENTE PARCO DEL GARGANO, Parco Nazionale del Gargano, Isole Tremiti, Storia arte cultura e ambiente nella Riserva Marina dell’arcipelago Claudio Grenzi Editore, 2013, 224 p. fotograf.   (Italia Minore)                                                                                                                                                                                        

P.FUMO, Le isole Tremiti. Guida turistica culturale, Campobasso, Edizioni Enne, 1980, 241 p., ill., 1 c. pieg., sciolta  

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1-2 : S.Nicola, oltre la “tagliata”, verso l’ area del Prato Asinario e la cisterna benedettina.

3-4: S.Nicola, sepoltura al centro della necropoli, denominata “Tomba di Diomede”. Si tratta di una tomba a grotticella con una cella semiellittica e il dromos di ingresso oggi quasi completamente interrato, a cui si accedeva mediante un gradino.

5-6: S.Nicola, la tomba più conservata delle 18 tombe a fossa della necropoli.

7-8: S.Nicola, tomba attribuita a Giulia, nipote di Augusto; un arcosolio ricavato nell’area della necropoli greca-romana.

9: S.Nicola, tombe rettangolari a fossa con pareti verticali e tracce dell’alloggiamento del lastrone di copertura.

10: S.Nicola “vasca di San Nicola”, presumibilmente bacino per la raccolta delle acque piovane.

11-12-13-14-15: Estrema area nord orientale dell’isola di S.Nicola; domus di età romana, realizzata in opus incertum.