“Sorella, dall’Ipercarcere ti mando baci.
Pensami sempre per come sono io.”
La forza di un’emozione: la cartolina postale. Gestione documentale delle cartoline storiche. Sezione I, parte 5

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di Maria Teresa De Nittis

La prima cartolina postale del mondo fu la Correspondenz-Karte, emessa dalle poste dell’Impero Austro-Ungarico il 1º ottobre 1869. Essa fu inventata da Emanuel Herrmann, professore d’economia all’accademia militare Teresiana, con l’intento di sostituire, per la breve corrispondenza, le più onerose lettere.Si trattava di un cartoncino color avorio di 8,5×12,5 cm. di dimensione, da un lato (il “Recto”), in alto la scritta “Correspondenz-Karte”, l’aquila tricipite tricoronata e l’impronta in giallo del francobollo di due Kreuzer, tratto dalla sesta emissione, in basso lo spazio per l’indirizzo. L’altro lato(il “Verso”), era invece riservato per le comunicazioni del mittente. Nell’impero Austro-Ungarico si parlavano varie lingue oltre al tedesco, per questo vennero emesse cartoline bilingui nella quale alla dicitura in tedesco ne seguiva un’altra in boemo, ceco, polacco, russo, sloveno e italiano.

Le cartoline postali inviate dai detenuti ai familiari dal carcere di Tremiti rappresentano il vero tesoro di tutta la raccolta del catalogo LA MEMORIA DELLO SGUARDO-Il paesaggio delle Isole Tremiti,un mare di cartoline-L’archivio fotografico di Marco Ferrara. Si tratta di scritti brevi, delicati e commoventi, riportati nella loro interezza nelle didascalie.

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Galleria fotografica:

Img. 35 – 36– Isole Tremiti – Torrione e Semaforo.

Cartolina Postale – Sul retro: Timbro postale di Termoli –data 8 – 7- 1927.

Davanti: lato a sin., Prop. ris. V. Avola – lato des., Istantanea di P. Pischedda- nell’angolo des. Il marchio di Virgilio Alterocca – Terni. Viaggiata da Termoli a Brindisi.

Questa cartolina, tra le poche prodotte all’epoca e per questo molto diffusa, contiene una missiva indirizzata al Dr. Vaccari Antonio Direttore Ospedale R. M. di Brindisi, scritta da [Don] Andrea Martini che sostituiva il Parroco delle Tremiti ricoverato nel medesimo Ospedale R. Militare per un intervento chirurgico. Dal repertorio dei parroci della Chiesa di S. Maria di Francesco Delli Muti, risulta  Parroco dal 1902 D. Primiano Barbieri.  Si riporta la trascrizione del testo, che inizia dal retro della cartolina postale e continua davanti, per documentare quale poteva essere l’attività religiosa ai tempi del confino alle Tremiti e le difficoltà della missione dei religiosi:

 “ Carissimo Sig. Direttore, oggi appunto fa un mese da che partii da Brindisi per questo luogo… di villeggiatura. Manco male che mi trovo da me stesso le occupazioni. Ho fatto il Precetto Pasquale… in ritardo [a] molti marinai e soldati ed alla microscopica popolazione… civile; fo qualche lezione a marinai e borghesi; predico tutte le sere in Parrocchia; il giorno 27 farò la 1° Comunione ad una trentina di fanciulli e fanciulle. Ma devo io provvedere a tutto, essendovi qui nella popolazione un cumulo di miserie materiali e morali. Immagini che la popolazione ha origine da ex-coatti! Il Parroco mi ha scritto che si è operato felicemente. Voglio sperare che nella 1° quindicina di agosto faccia ritorno. – Voglia gradire i miei ossequi e compiacersi di ricordarmi ai carissimi dottori. Andrea Martini”. Nel “cumulo di miserie materiali e morali” in cui riversavano la” popolazione… civile” e proscritti nelle colonie insulari di confino, dobbiamo non dimenticare anche tante cause di dolore per malattia, quale ad esempio la tubercolosi tubercolosi, determinata da infezioni , per  promiscuità ed insufficiente alimentazione: 5 lire al giorno, penuria di vestiario e clima malsano a San Nicola e a Ventotene, non potevano fare altro che creare miseria e infermità. In questi casi, dopo opportuni accertamenti sanitari, veniva autorizzata l’erogazione di qualche lira in più al giorno per vitto e latte, assegnazione di qualche indumento a chi ne era rimasto assolutamente sprovvisto. Già i “coatti” della “colonia borbonica” del 1877  si lamentavano con il Governo per l’abbandono in cui riversavano. Alcuni riuscirono a scappare dalle isole: furono arrestati nei pressi di Serracapriola, lì dichiararono di non desiderare nel modo più assoluto di tornare nella stessa Colonia di Tremiti, perché la miseria e l’ozio , nel quale si viveva, li spaventava. Il medico militare, Vito Susca scrive nelle sue memorie “…mi allontano e già son presso a rientrare nel Padiglione, quando il suono di una campana mi si fa udire. Curioso, al primo, che capita, ne domando il significato: è l’ora della mazzetta, mi risponde. Resto nella pristina ignoranza: quel vocabolo semibarbaro mi riesce nuovo all’orecchio, insisto quindi per una spiegazione in proposito, la non si fa aspettare. E’ il coatto, mi si soggiunse, che va a riscuotere i suoi giornalieri cinquanta centesimi, è il sussidio che dal Governo gli si dà, perché non muoia di fame….Adunque dipende dal Governo il miglioramento morale e materiale degli abitanti liberi, e de’ coatti delle isole Tremiti, onde m’auguro, che quanto prima Sua Eccellenza il Presidente de’ Ministri, Avv. Francesco Crispi, da illustre giureconsulto, legislatore e sommo patriotto, qual è, voglia arrecarvi savi provvedimenti”.

 Img. 37 – 38Isole Tremiti – Torrione e Semaforo.

Cartolina Postale.

 Sul retro: Timbro Ufficio postale di San Nicola di Tremiti –  23.2. 1927 

Davanti:timbro postale : Roma Centro – Corrispondenza Poste Italiane – 25.2.1927 –

lato a sin. Prop. ris. A. Avola – Istantanea di P. Pischedda – nell’angolo dest. il marchio di Virgilio Alterocca- Terni –  Viaggiata da San Nicola (Tremiti) a Roma.

Il 1926 per le isole Tremiti è l’inizio di una nuova fase storica, che comporta l’ingresso nel territorio di una diversa tipologia  di prigionieri: si passa dal domicilio coatto a confino politico. La vigilanza nel campo era affidata soltanto a carabinieri o agenti della Pubblica sicurezza, senza la collaborazione di camicie nere.Nella foto, in primo piano, due guardie della colonia in divisa sul piazzale della fortezza. Alle loro spalle, i bastioni, le torri e il portale d’ingresso al castello. In questa cartolina, come si evince dal contenuto del messaggio, Emilio, detenuto nelle prigioni di San Nicola, manda i saluti alla sorella Ernesta e a tutti i familiari; tuttavia, alcune omissioni e cancellature, fanno pensare all’ incertezza e all’angoscia del detenuto che scrive ai familiari:“ Sorella, dall’Ipercarcere ti mando baci. Pensami sempre per come sono io. Auguro sempre di essere floride tue [ossa]. Bacio tutti col cuore aff.mo Emilio // … Nulla ai miei figli”.

I confinati dovevano consegnare tutte le lettere senza chiuderle sia quelle in arrivo che quelle in partenza. Gli addetti alla censura erano semplici poliziotti che nei casi speciali e dubbi sottoponevano il caso o la corrispondenza al vicedirettore della colonia; ma erano tipi piuttosto ignoranti e grossolani i quali si facevano un merito a raccontare in giro tutti gli interessi dei confinati e le loro cose più intime. In proposito avvennero casi di evidente intromissione in fatti personali che, in altri momenti, avrebbero portato a seri provvedimenti contro i responsabili. Anche i pacchi in arrivo erano esaminati con cura e molti sequestrati.

Img. 39 – 40 Isole Tremiti – Torrione.

 Cartolina Postale Italia- carte postali -.Stab. Forzano – Borgo S. Lorenzo – Editore G. Masciangelo  Istantanea di E. Franchi – Prop. Ris, viaggiata da San Nicola (Tremiti) a Modena, 1905

Sono sempre state terre di confino le Tremiti, sin dall’antichità. La prima segregata fu Giulia, nipote dell’imperatore romano Augusto, prigioniera a vita sulle isole, dove morì nell’anno 28; sette secoli più tardi vi portarono Paolo Diacono, reo di aver congiurato contro Carlo Magno. Poi i deportati dei Borboni e poi gli esiliati del fascismo. Dal 1940 ne passarono centinaia: Parlamentari come Finzi, Ferreri e Martire, avvocati come Brignetti e Mancinelli e Bolli, Ingegneri, medici, sindacalisti. Per pochi giorni anche Sandro Pertini, trasferito per punizione da Ponza alle Tremiti. Alloggiava nell’ultimo casermone di via degli Abati e quasi di fronte dimorava invece Amerigo Dumini, uno degli assassini di Giacomo Matteotti. Il Dumini, teneva a guinzaglio un cane bianco, era sempre elegantissimo, sempre scortato da quattro carabinieri che temevano per la sua vita. Era l’unico confinato al quale non censuravano la posta. Scriveva ogni settimana al duce e riceveva denaro da Roma. La sera del 25 luglio 1943 il fascismo cadde e la triste storia delle deportazioni alle Tremiti finì per sempre.

Img. 41– Largo Vasca di S. Nicola.

18923-50-Alterocca – Terni – 1920 – Prop. ris. Amelia Santoro fu Luigi – Tremiti.

Versante a S.E. dei muraglioni del primo piano di S. Nicola, che continuano con torri e torrette lungo la località detta “ Vasca” dove è visibile un grande serbatoio d’acqua. Sul massiccio contrafforte incastonato a picco sul mare si nota il convento dell’abbazia e la Chiesa

di S. Maria. I tre personaggi in primo piano, tra i quali un bambino al centro, stupefatti guardano verso l’obiettivo che li sta fotografando.

Img. 42-  [S. Nicola – Torrione e Castello]

Prop. Ris. Luigi Santoro – Isole Tremiti –1930 – Viaggiata da S. Nicola a Cremona.

Raduno fascista davanti al portale d’ingresso del Castello dell’abbazia

 a S. Nicola. Con le Alte cariche dell’Opera Nazionale, nel gruppo sono presenti, cittadini, marinaretti e giovani balilla. Dopo il contestato successo alle elezioni politiche del 1924, Mussolini instaurò nel gennaio del 1925 la dittatura, risolvendo con la forza la delicata situazione venutasi a creare dopo l’assassinio di Giacomo Matteotti. Negli anni successivi consolidò il regime affermando la supremazia del potere esecutivo, trasformando il sistema amministrativo e inquadrando le masse nelle organizzazioni di partito. In questo contesto, la colonia penale preesistente alle Tremiti continuò a funzionare, tanto che Mussolini vi istituì il confino di polizia. Nella foto, databile 1930, si notano sulla torre angioina detenuti che assistono all’evento in corrispondenza della “ Sezione D” o lato D del penitenziario.

Sulla torre del castello per l’occasione è stata esposta la Bandiera italiana con lo Stemma Sabaudo.

Img. 43-44 – San Nicola di Tremiti – Corso Sicilia.

Prop. Ris. Luigi Santoro- Viaggiata da S. Nicola a Foggia, 1930

Celebrazione fascista a S. Nicola di fronte alla “Scuola Elementare mista”. I partecipanti alla cerimonia , Ufficiali, soldati e un gran numero di civili, sono disposti, sì da formare un rettangolo, al centro un sacerdote sta celebrando Messa, alla sua destra due commilitoni in divisa ai lati di una corona triangolare. Sul lato sinistro della foto è presente un drappello della Marina Militare. Di fronte all’altarino del sacerdote un gruppo di piccoli balilla.

Alle spalle un obelisco cilindrico transennato, ai lati del quale si legge la scritta: VIVA IL DUCE.

Img.4546 – San Nicola di Tremiti – Corso Sicilia.

Prop. ris. Luigi Santoro – viaggiata da Tremiti a Roma – data 12-8-32 – Indirizzata al Gr. Uff. Franceschelli Commissario Alfredo. francobollo commemorativo delle P.I. da 20 cent. edito dalle Officine carte-valori di Roma, emesso per il cinquantenario della R. Accademia Navale – Livorno 1881. Il francobollo, rettangolare ,di colore rosso, raffigura un grande faro.

 La cartolina riprende la Parata del Regio Esercito a S. Nicola che sfila tra i caseggiati malridotti della colonia penale di Corso Sicilia , si notano lungo il percorso le Bandiere del Regno d’Italia. Nel 1932 ebbe inizio la vita amministrativa con il nascente  Comune delle isole Tremiti, tuttavia continua la convivenza dei detenuti della colonia penale con i cittadini liberi, dopo l’abrogazione del domicilio coatto e l’istituzione fascista del ’26 del confino per detenuti sia comuni che politici. Giuridicamente non esisteva distinzione tra confino politico e confino comune, poiché entrambi regolati come “confino di polizia” degli art. 184 e sgg. Del TU legge di PS del novembre 1926, nonché dagli art. 180 e sgg. Del TU legge PS del 1931.

Il consenso al regime fascista è al suo apice. E’ il periodo dell’inasprimento della politica italiana nei confronti dei ribelli libici che iniziato dal 1921 si concluderà il 5 maggio 1936 con l’invasione delle truppe italiane in Etiopia.

Img.47(avanti)-48(retro) –  S. Nicola di Tremiti – Veduta del Castello.

[10] 7993- Alterocca – Terni – 1940-XVIII – prop. Ris.Luigi Santoro – Tremiti – fot. Giuseppe Cacchione, Viaggiata da Tremiti (24-7-41-XIX) a Montenero di Bisaccia (Campobasso).

 Abbiamo così raggiunto il primo terrazzamento, costituito da due vie parallele – Corso Diomede e Corso Roma – lungo le quali s’allineano la maggior parte degli edifici. Nello sfondo spicca il Castello, fiancheggiato sulla destra da un solido  torrione angioino e più in alto la Chiesa di S. Maria. Scomparso il ponte levatoio, si entra attraverso passerella.