Alla ricerca di opere di artisti tremitesi sconosciuti: Manrico Pace e l’isola di San Nicola.

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L’idea di creare, una piccola galleria d’arte virtuale è piuttosto entusiasmante, rispecchia l’intento virtuoso della Rivista Tremiti Genius loci, di rintracciare e recuperare attraverso storie  di artisti, in genere, occasionali e sconosciuti, testimonianze di opere pittoriche inedite ispirate alla bellezza del paesaggio marino delle isole Tremiti e al fascino dell’imponente abbazia – fortezza di San Nicola.

 Grazie ai racconti di Giorgio Pace, figlio di Manrico Pace e Antonietta De Luca è stato possibile ricostruire la storia delle sue origini tremitesi e, da un indagine più approfondità scoprire la personalità artistica del padre e del suo talento per scultura e  pittura.

Sono poche le opere, di Manrico Pace ( Roma 1909 –  Roma 1975) ,  quarto figlio (unico maschio) del baritono Antonio Pace e Maria Mezzi, in tutto cinque tele ad olio, non firmate, riconducibili agli anni  in cui il maestro ritornava nei mesi estivi alle Tremiti in visita ai familiari.

Negli anni ’20  Manrico Pace  frequentò i corsi di scultura e pittura alla scuola di Belle Arti di Roma e iniziò ad esercitare la professione come scultore e collaboratore al progetto, dell’architetto siciliano Mario Rutelli per la fontana di piazza Esedra. Il suo sogno di diventare un artista affermato, durò la stagione di una giovinezza, sopraffatta dal periodo pre-bellico e dagli anni della guerra (1923 – 1945) . In seguito si diplomò ragioniere per occupare, la carica di  Vice Direttore Generale  della Fondiaria Assicurazioni. Ma sarà proprio il figlio Giorgio a rivelarci l’amore di suo padre per l’incantevole natura delle Tremiti fissata nei suoi dipinti e a presentarci l’ artista a 48 anni dalla sua scomparsa.

 Maria Teresa De Nittis

Redazione Tremiti Genius Loci

Manrico Pace e il mare di Tremiti

di Giorgio Pace

Mio padre, Manrico Pace, si era diplomato alla scuola di Belle Arti a Roma qualche anno prima dell’invasione della Polonia nel ’39, da parte della Germania di Hitler che, determinò lo scoppio della seconda guerra mondiale.

S’ interruppe, così sul nascere, la sua carriera artistica, iniziata con un’importante collaborazione nello studio di architettura del nonno di Francesco Rutelli (ex Sindaco di Roma), che lavorava ai progetti della  fontana di Piazza Esedra. Le necessità economiche per salvare la sua famiglia da disagi e privazioni derivanti dalla crisi post- bellica condizionarono le ambizioni del mio giovane padre, che fu costretto a rinunciare ai suoi sogni di aspirante scultore per un’occupazione sicura alle dipendenze di un Ente.

Negli anni ’60 ero un adolescente di quindici anni e come ogni anno andavo con i miei genitori in “villeggiatura” dal nonno materno Raffaele De Luca a San Nicola.

In quel decennio dal 1960 al 1970, mio padre, Manrico Pace, finalmente in pensione e libero da impegni lavorativi si volse con gioia alla pittura del paesaggio marino, ispirato dalla bellezza ancora selvaggia delle isole Tremiti. S’innamorò di tutto: del mare e della trasparenza dei suoi colori, delle albe e dei tramonti; dei giorni assolati e delle notti chiare e stellate, dell’aria, del vento che portava il salino sulla pelle, dell’essenzialità della vita sull’isola di San Nicola ricca di fascino, di storia e leggende misteriose.

 Le nostre giornate, fluivano lente nella purezza di una natura bellissima, della quale mio padre subiva il fascino; lait-motiv delle sue opere che, mi ha lasciato in eredità, con il passato struggente e poetico,  fatto di profumi di mare e di macchia, di  lunghe giornate in barca, che cominciavano all’alba  e terminavano al tramonto, dedite alla pesca al traino, nel canale tra San Nicola e Caprara o sotto la Punta della Provvidenza, del faro di San Domino.

E nell’impasto caldo dei colori della tavolozza dell’artista pieno di passione e talento, qual’era mio padre Manrico c’erano anche i racconti sui rischi e sulla fatica dei pescatori di sardine di zio Alfredo De Martino, del bisnonno, Ufficiale Capofaro della Regia Marina italiana e dei miei antenati: i coraggiosi marinai tremitesi.

 

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Galleria fotografica delle opere pittoriche di Manrico Pace:

1-. Alaggio di San Nicola. In primo piano il barcone “Diomedea” per la pesca alle alici di proprietà di Emilio Cafiero (attualmente in cantiere a Termoli) e veduta versante sud ovest di San Domino..

 olio su tela 35×47 cm

2- Sosta di un barcone nella grotta delle viole. Il dipinto tratto da una cartolina del 1968  mostra la grotta vista dall’interno verso il mare aperto.

 olio su tela 40×30 cm

3- Veduta del primo “Chiostro” dell Abbazia di Santa Maria a Mare, più  piccolo e antico con i portici con volte a crociera sorrette da pilastri di pietra e arcate. Al centro del cortile s’intravede l’antico pozzo per la raccolta dell’acqua piovana.

 olio su tela  50×60

4- Veduta del muraglione frontale della fortezza di San Nicola fiancheggiato dal torrione cilindrico costruito da Carlo II d’ Angiò. Il dipinto, originariamente a sole pieno fu poi completato alla morte della madre dell’artista con la tempesta in arrivo.

 olio su tela 60×50 cm

5- Il viale del Chiostro nuovo dell’Abbazia di San Nicola invaso dalle gigantesche piante di ailanto prima dei restauri.Alla fine del viale si nota la grande cisterna d’acqua in pietra da taglio.

 olio su tela 55×40 cm

6-Vacanze alle Isole Tremiti [ anni’60- 70] – Manrico Pace seduto sulla roccia cretacea (costa nord di San Nicola). Sullo sfondo Caprara.