Le libertà vigilate

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Il nonno materno: Sciusco Giuliano

di Maria Teresa De Nittis

Dal secondo dopoguerra in poi, finita l’epoca dei saluti romani di stile fascista, l’uso del voi è continuato solo in pochi casi, come, nella corrispondenza commerciale e in molti dialetti del sud; anche in casa,vi era una linea di divisione per sesso ed età,soprattutto nelle famiglie contadine.Non fu facile rompere la tradizione,le distanze erano mantenute anche tra marito e moglie.Nonna Tullia Matilde Greco,che in famiglia si accollava tutte le responsabilità, chiamava il marito, “Sciusco”, per cognome e gli dava del voi.Nonno Sciusco Giuliano era nato il 19 maggio 1898 a Cerignola,nel Basso Tavoliere della Valle dell’Ofanto,città natale di Giuseppe Pavoncelli e di Giuseppe di Vittorio, i due antagonisti che tennero fede al patto di migliorare le condizioni dei braccianti,e  fecero la storia del Mezzogiorno d’Italia negli anni Venti.Come Di Vittorio,Giuseppe Pavoncelli segnò la storia del Sud,cambiando il volto dell’agricoltura grazie all’opera dell’Acquedotto Pugliese.Il nonno approdò alle Tremiti , in piena rivoluzione fascista,nel 1926, quando,la colonia coatti, venne soppressa ,e le isole furono adibite a confino di polizia fascista. Con gli illustri concittadini,di Cerignola, il nonno aveva in comune lo stesso amore per la terra che trasferì, da buon enfiteuta,nelle colture dei terreni a NE di San Domino.Il nonno era un sognatore,era un poeta,ma  non ricordo di averlo visto mai lanciare un “rezzaglio”, o andare a traino.M’insegnava a studiare “Il passo” degli uccelli migratori con la tecnica dell’inanellamento e a registrare i dati sulle varie specie inanellate.La “stazione” di San Domino,fu la prima esperienza di studio sulle vie seguite dagli uccelli promossa dall’Osservatorio Ornitologico di Bologna di cui,il nonno era responsabile,competente e appassionato ricercatore. Dopo aver catturato,beccaccine,colombacci,falchetti,tordi e merli ,nella rete nascosta nel “boschetto”,li deponeva con cautela in un sacco di juta per poi inanellarli a seconda della grandezza delle zampette.Naturalmente ero io a lanciare nell’azzurro cielo di Tremiti quelle fragili ali.Le guardavo svanire tra le nuvole gonfie,oltre il visibile.Per un attimo io e il nonno potevamo ascoltare ancora qualche richiamo confuso e immenso di quelle “libertà vigilate”…Tuttavia la cacciagione a quei tempi integrava l’alimentazione povera di carne bovina.Impressa negli occhi della mia memoria,”la stalletta” di Tullia,concepita originariamente per il bestiame,con le pareti bianche tirate a calce a buccia d’arancia,erompeva di giovinezza,di selvaggina,di umori acri di sottobosco e di piume intrise di sangue quando entrava Peppino,il quarto fratello di mia madre,con la carabina a tracolla e il carniere con le beccacce e le quaglie legate a testa in giù,e Rholl,un bellissimo setter irlandese dal lungo pelo rossiccio lo precedeva abbaiando.Ricordi incasellati in un calendario nel susseguirsi di mesi e di eventi che si ripetevano.Sogni che svanirono. Il nonno morì il 9 luglio del 1985,tre mesi prima della nascita di Jacopo il mio primogenito.

Brano tratto dal volume: M.T. DE NITTIS,Storie Piccerelle, a cura di Edoardo Desiderio, Terni 2019, 62 p.: XIII tavv., 15 ft.

Galleria fotografica:

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1 – [1918-1920] – Il giovanissimo Sciusco Giuliano seduto in posa in uno studio fotografico (Cerignola?)

 2 – 3 –  Foto di gruppo di giovani soldati tremitesi; a destra, il portabandiera Sciusco Giuliano. Il 28 ottobre 1940 la Grecia rifiuta l’ultimatum di Benito Mussolini e l’Italia invade la Grecia., è divenuta una ricorrenza festiva civile greca, chiamata Giorno del No. La campagna italiana di Grecia si svolse tra il 28 ottobre 1940 (data segnata sulla fotografia) e il 23 aprile 1941, nell’ambito dei più vasti eventi della campagna dei Balcani della seconda guerra mondiale.Benché vittoriosa nel finale, la campagna di Grecia si tradusse in un grave insuccesso politico per l’Italia, costretta ad abbandonare ogni pretesa di condotta autonoma e distinta dai tedeschi delle operazioni belliche.

4 – [1960?] Sciusco Giuliano in groppa a un asinello, località “Cameroni ex Confinati di San Domino. L’asinello alle Tremiti, era utilizzato per la soma e per il trasporto d’acqua con i barili o botticelle di legno dalla Cisterna dei Benedettini alle abitazioni del villaggio rurale, prive di acqua corrente.

5 – Belvedere di San Domino – Sciusco Giuliano al ritorno dai campi, a cavallo  di  Rondell, un fiero stallone da lavoro col manto nero.

6 – 1958 – Villaggio rurale –  Belli come il sole: i ragazzi di Tremiti, da des. : Dino Greco, Giuliano Sciusco con i figli gemelli Peppino e Cristina, Tullia Matilde Greco e Alba Sciusco (bordo foto); in seconda fila da sin. Mimino Fentini, Raffaele Pica e Michele Martella.

Le foto della Galleria fotografica sono di proprietà di Maria Teresa De Nittis, pubblicate sul Portale Tremiti Genius Loci per fini esclusivamente culturali.