Andar per sentieri mille anni dopo, sulle tracce degli asceti e del Beato Giovanni da Foligno.

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Nei primi secoli del cristianesimo e in un contesto estremo di privazioni e solitudine, le isole Tremiti furono scelte come luogo di preghiera, e abitate da un gruppo di asceti. Il Jacobilli, in “Vita de’ Santi e Beati”, il giorno 11 del mese di gennaio menziona il “Beato Giovanni da Foligno, Martire e Fondatore della Chiesa ed Eremo di San Giovanni Evangelista di Celano, nella Marsica e d’altre nel territorio di Rieti e nell’isola di Tremiti. “Questo B. Giovanni, fu quel santo Eremita, il quale (come si legge nella Chronica di Tremiti) essendo disabitate l’isole Diomedee andò ad abitare in esse e vi fece vita solitaria e santa. E per ordine della Madre di Dio egli vi edificò un Tempio ad honore dell’Assunzione di Lei..” Dal IX al XVIII secolo alle isole Tremiti si sono susseguiti tre Ordini monastici: i Benedettini cassinesi, i Cistercensi e i Canonici Lateranensi di San Salvatore i quali con la loro vita di preghiera e lavoro dettata dalla Sancta Regula nel 534 da San Benedetto da Norcia aumentarono la devozione dei pellegrini al Santo Crocifisso di Tremiti detto “Cristo Grande” e alla Beata Vergine Maria intitolata “Santa Maria a Mare”.

Chi ama la natura e il piacere di un viaggio lento tra i sentieri non può ignorare la storia e le tradizioni del piccolo borgo agricolo: il villaggio di San Domino, punto di partenza per trekking e una lunga serie di escursioni su quest’isola dalla natura incontaminata. Il complesso del villaggio rurale, edificato nel 1935, (oggi in gran parte modificato con ampliamenti sulle costruzioni originali) era composto da 12 casette tutte uguali, intonacate di rosso carnicino (o rosso cinabro) , disposte fra campi e vigneti a ridosso della pineta a 61 m. sul livello del mare, ai due lati di una strada pianeggiante, lunga 350 m., limitata a sud dal comprensorio ex cantina sperimentale della colonia penale a nord da una piazzetta con un grande fabbricato da cui si accedeva e si accede a tutt’oggi, al piano superiore e alla terrazza, tramite due scalinate esterne. Dal villaggio rurale, si ramificano tre strade principali che attraversano il folto dei pini, dei ginepri fenici, e delle macchie a lentisco, cisto, mirto, rosmarino, si ricongiungono al faro, il punto più alto dell’isola. L’arteria centrale, denominata “Strada della pineta”, prosegue in salita fino a raggiungere la punta più alta di 116 m. la “Cappella del Romito”, per poi ridiscendere dalla parte opposta fino al faro. La strada di Ponente, detta ”Strada comunale del faro” attraversa il versante superiore alla Cala degli Inglesi, Cala dei Benedettini, alla Grotta delle Rondinelle, Punta Secca, all’Appicco, alla Grotta del Bue Marino, ed alla Ripa dei Falconi e arriva fino al Faro. Il terzo percorso esposto a Levante è quello della “Strada comunale della Cantina Sperimentale”, attraversa la Grotta del Sale, la Grotta delle Viole e dopo aver doppiato la Punta di Ponente e la Grotta delle Murene, si ricongiunge alla strada del Faro, per formare così un vero e proprio circuito dalla forma di un’ellisse, che sviluppa una lunghezza di circa 3 km.

Alcuni contributi fotografici sono attribuiti a Giuliano Pica e Samantha J. Croiset

Il Beato Giovanni da Foligno, dipinto di Gaetanino Carducci di Tremiti

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