Il turismo e la fine della povertà. Evoluzione dei consumi alimentari alle Tremiti dal dopoguerra ad oggi.

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di Maria Teresa De Nittis

Nel 1935 venne inaugurato il villaggio di San Domino che fu progettato e realizzato quale borgo rurale di 12 unità abitative ad un livello, e un terreno per ciascuna unità di circa 1000 mq , nell’ambito di un vasto programma dal governo fascista. Il ventennio fascista a cavallo tra le due guerre mondiali instaurò in Italia uno stile di vita basato sulla frugalità, sulla semplicità e sull’autonomia dalle servitù straniere. In particolar modo nelle isole di confino, come  Lipari e le Tremiti, il poco cibo disponibile, a volte razionato, non consentiva la preparazione di piatti elaborati,  tuttavia la “cucina povera”, valorizzava al massimo quello che il mare e la terra sapeva dare. Cereali e legumi (ceci,lupini e fagioli), le verdure,le cicorie spontanee, i lampascioni (cipollotti selvatici dal caratteristico sapore amarognolo i funghi, gli asparagi,la selvaggina e il pesce, erano alla base di un’alimentazione semplice e genuina.

L’evoluzione gastronomica dovette aspettare gli anni Cinquanta e, ancor più, quelli Sessanta e l’avvento del turismo con le prime strutture ricettive dei villaggi vacanze del Touring Club Italiano e l’Eden, per riscoprire vitalità. Gli anni del boom economico portarono anche nelle case dei tremitesi il frigorifero, il forno, la cucina a gas, gli elettrodomestici multiuso, e di conseguenza si modificò profondamente il modo di cucinare. Ecco quindi che il modo di mangiare subisce un cambiamento, e fanno la loro comparsa cibi che prima erano considerati troppo costosi ,come la fettina di bovino o il petto di pollo ai ferri, salumi e formaggi.

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Didascalie:

 

1 – Saluti dalle isole Tremiti, 1963. Le prime cartoline turistiche che pubblicizzano le Tremiti.

2 Hotel Eden , edificato con le caratteristiche terrazze panoramiche, ai margini della pineta che scende sino a cala Matano,dalla società Fratelli Matrella di Foggia. La costruzione dell’edificio e delle villette latrali, iniziò nel 1959 e terminò alcuni anni dopo.

3 – San Nicola vista da San Domino dal terrazzo dell’hotel Eden (anni ’70). In alto una pubblicità tipica del tempo: un ombrellone con la scritta “Ferrarelle”.

4 –S. Domino di Tremiti – Spiaggia delle Arenee il crescente flusso turistico, attivo e concentrato soprattutto nella zona del porticciolo di S. Domino, punto di approdo sin dall’antichità e di commercio con le altre isole e la terraferma. Nello sforzo comune di crearsi un migliore avvenire con l’industria turistica i nativi, seppure lentamente trasformeranno totalmente l’habitat naturale. Le modifiche nel paesaggio incominciano con gli ampliamenti di fabbricati preesistenti e l’aggiunta di alcune baracche.

5 – 1986, Banchina di San Nicola ristrutturata e un momento di grande impegno: uno sbarco e imbarco di turisti dalla motonave Pola, incremento importante di ospiti da attribuire alla “Società Vacanze Milano” che aveva dato inizio alla conduzione di un villaggio(Hotel Eden).

6 – Cartolina turistica.Grossa virata della motonave Daunia che sta curvando in attesa dell’attracco perché l’unica banchina è occupata dalla Pola.In primo piano i turisti che guardano affascinati le isole Tremiti.

7 – Casette del villaggio rurale aSan Domino(1958). Un contributo significativo alle innumerevoli richieste di soggiorno alle Tremiti del nascente turismo si deve alle dodici famiglie del villaggio rurale: nonostante i limiti della ricettività, si adoperarono per garantire un servizio di camere con pensione completa.

8 – Luglio 1959 –  Giovani tremitesi al lavoro (località cisterna dei Benedettini e cala degli Inglesi nell’opera di ampliamento del Touring Club Italiano (Campeggio riservato ai Soci), inaugurato l’anno precedente.

 9 – Da una ricerca di Ivan Cosmai – Giovanotti “tremitesi” in posa con un ricco trofeo  di pesca (anni 50).

10 – Touring Club Italiano – Villaggio di Vacanze alle Isole Tremiti – Icaratteristici “gusci”. L’azione del Touring negli anni’80 è in continua evoluzione. I “gusci” in sostituzione delle tende da campeggio rappresentavano un’avanzata soluzione per assicurare agli ospiti non soltanto bellezze naturali,ma le più moderne comodità.

11– Dal Dopoguerra ai nostri giorni attraverso cibo e costume

 12 – Il  7 dicembre 1851 brevettato il primo frigorifero, in Italia sbarca negli anni ’50 grazie alla Ignis. Ha poco più di 150 anni la preziosa dispensa elettrica che, grazie a continui miglioramenti, oggi preserva cibi e igiene, sapori e salute consumando meno di una lampadina.

13 – 15 -Le ricette di Petronilla – Amalia Moretti Foggia Della Rovere (quest’ultimo è il cognome del marito) nasce a Mantova nel 1872 ed è una delle prime donne a laurearsi in medicina nel nostro paese. Giovanissima si trasferisce da sola a Milano per esercitare la professione, una scelta per quei tempi decisamente coraggiosa. Una scelta soprattutto in favore dei più poveri e delle famiglie operaie che porterà avanti fino alla morte avvenuta nel 1947. Ma nella seconda metà degli anni ’20 il giornalista Eugenio Balzan le affida, per l’allora diffusissima Domenica del Corriere, una rubrica di consigli medici che sovente riguardano anche le dietetica, l’igiene personale, i rimedi popolari e l’uso delle erbe. Nasce così, con un esplicito riferimento al proprio nome di battesimo, il Dottor Amal. Di lì a poco, visto il successo della prima rubrica, ne arriva una seconda: esordisce così la Petronilla con le sue ricette, che saranno raccolte anche in libri di successo.  Poi arriva la seconda guerra mondiale portandosi dietro ristrettezze alimentari, la borsa nera, i razionamenti, la fame e Petronilla con molto buon senso registra tutto ciò. A riprova che la Storia passa anche attraverso i ricettari. Nel 1941, pubblicato da Sonzogno, appare Ricette di Petronilla per tempi eccezionali. Il libro, non ha la partizione classica del ricettario, ma usa come pretesto le riunioni di una decina di signore di diversa origine geografica che chiacchierano, sferruzzano e che, muovendo dalle loro esperienze, si scambiano suggerimenti su come metter su il pranzo con la cena, utilizzando e riutilizzando quel poco che c’è. Veri e propri esercizi di equilibrismo e di spicciola saggezza tanto che nell’indice le varie sezioni recitano fra parentesi: “Senza riso. Senza pasta”, “Un minimo di pasta”, “Con minimo o niente grassi”, “Con niente o pochissimo zucchero”.