Scendendo dal cannone ci si trova davanti un’altra cisterna ancora oggi utilizzata e al corso Diomede con ai lati gli edifici dell’abitato di San Nicola un’ambiente segnato dai processi storici derivati dall’impatto di tante e diverse culture che hanno qualificato la trasformazione del paesaggio. Nella morfologia dell’abitato notiamo il contrasto di un monastero e un castello, caserme e galere, in un tessuto edilizio che rispecchia nel caseggiato in primo piano la fase iniziale del popolamento con la Colonia coatta istituita da Ferdinando I il 13 giugno 1792 , la chiesa dell’Immacolata, poi sconsacrata e adibita a tabaccheria, seguono costruzioni isolate a destra, quelle a sinistra e quelle a ridosso alla tabaccheria; infine, dello stesso periodo, è il palazzo del giudice (oggi sede del Municipio delle Isole Tremiti), isolato in fondo a sinistra e successivamente le costruzioni di quattro fabbricati centrali. Uno stabile, con il bar di Aldo Santoro fu costruito nel 1929, a sinistra salendo su corso Diomede. Nel 1934 sulla parallela di via degli Abati sorgono altre case, e nel 1956 sul suolo prima occupato da un camerone crollato sorge un edificio moderno dell’Ina-casa di tre piani per sei famiglie. Questi fabbricati nacquero sugli antichi impi anti di fabbriche greco-romane. Tra Corso Diomede e via degli Abati per volere del Presidente della Repubblica On. Sandro Pertini e dell’A.N.P.P.I.A. di Terni il 25 maggio 1980 fu inaugurato il Monumento al confinato politico antifascista, un’opera fusa in bronzo dello scultore napoletano Antonello Fienga. Corso Diomede è dominato dal Castello e dalla Fortezza col fronte verso ponente. Per raggiungere il Portale principale di questo mastodontico baluardo, anche l’ultimo di difesa del Castello, si attraversa una larga strada a scaloni. Al portale, sormontato dallo stemma dei Benedettini, si accosta il solido Torrione cilindrico, avanzo dell’antica rocca costruita da Carlo II d’Angiò e coronato da piombatoi. Anticamente, un ponte levatoio, situato al limite di un profondo fossato (largo ca. 10 m) collegava la porta d’accesso all’abbazia.
La presenza di pirati dalmati intorno alle isole indusse lo stesso governo angioino a rafforzare le fortificazioni preesistenti nel periodo benedettino e a stabilirvi nel 1294 un presidio regio formato da cento uomini in estate e da cinquecento in inverno. Nei documenti della seconda metà del XIII secolo le Tremiti si presentavano come una fortezza, le carte parlano di “Castrum insulae Tremitanae”. Ciò nonostante, tra il 1334 e il 1343 i Cistercensi, in seguito al saccheggio compiuto dai pirati dalmati abbandonarono il monastero tremitese. Dall’alto della Torre Angioina si gode una vista completa e spettacolare, delle costruzioni borboniche dell’abitato di San Nicola e delle isole di San Domino e Cretaccio.