I giochi popolari

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Il “Gioco dei marinai”  in Dalmazia, la “Cuccagna” ( o abbondanza) veneziana, il “Palo della cuccagna” a  Tremiti (Le ultime edizioni degli anni ’90)

 Nei giorni in cui si festeggia la Santa Patrona, ancora oggi, durante le celebrazioni, l’Amministrazione comunale delle Isole Tremiti, organizza giochi e spettacoli che si concludono con spettacolari fuochi pirotecnici. Da quasi un ventennio, purtroppo, è stato abolito dal programma l’attrazione principale della Festa di Santa Maria a Mare: il Palo della cuccagna, considerato troppo rischioso per i partecipanti. IL PALO era posto con la base fissata sul molo del porticciolo di una delle due isole maggiori, sospeso e inclinato sul mare. Alla sua sommità era sistemato il premio. Vinceva chi per primo riusciva a prenderlo, e non era facile: bisognava correre sul palo unto abbondantemente di grasso, anche se alla sua base era posta della sabbia che serviva per aumentare la presa e per cercare di tirare via il grasso dal palo e favorire i tentativi successivi.

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Difficile non cadere, o peggio, cadere a gambe aperte! C’erano anche gli acrobati del Palo della cuccagna che non cadevano, ma volavano arcuandosi in tuffi spettacolari. Nativi e turisti assistevano dalle barche, sul molo, dalle terrazze o arrampicati sulla “Toppa del Caino”. Una folla, numerosissima di tifosi, accompagnava i tentativi degli atleti del Palo con urla e applausi di incitamento. Sembra che, questo gioco sia stato importato alle Tremiti dalla vicina Dalmazia. Nel 1825, a Spalato, si svolse una gara nuova per questa città, che suscitò grande entusiasmo e in seguito fu annoverata tra i giochi popolari. In cima a un albero, ma potevano essere anche due pali(simboli degli alberi delle navi) era appeso un premio. Il compenso apparteneva a chiunque riuscisse a raggiungerlo per primo. A Lissa e in altre città dalmate questo gioco risale al 1712; a Zara veniva chiamato “Gioco della cuccagna dei marinai”. A Venezia la cuccagna era ugualmente compresa tra i giochi popolari. La parola cuccagna in lingua italiana significa copia, delizia, fortuna. In dialetto veneziano indica abbondanza di tutto, anche di articoli alimentari a prezzi molto bassi.  ( ctz pag. 46 – 47 del Volume “La memoria dello sguardo”)